domenica 8 marzo 2009

L'8 Marzo e la Chiesa

Sta bene. Oggi, il papa, nell'Angelus, ha citato e onorato la cosiddetta "festa della donna".Che la "festa dell' 8 marzo" sia una commemorazione sessista e misandrica fondata sulla propaganda femministoide di regime e mutuata da un falso evento storico(l'incendio di una filanda in cui sarebbero morte decine di lavoratrici), ogni persona dotata di un benchè minimo briciolo di buon senso e di autonomia critica dovrebbe subito convenire. Ma che la suddetta propaganda a base vittimistica di femmine inacidite e dei loro lacchè di manipoli femministoidi di regime, si stia insinuando in certi settori della Chiesa, è qualcosa che dobbiamo temere e scongiurare. Perchè tira brutta aria in Chiesa. Oggi, infatti, nelle parrocchie, si è dato ampio risalto a questa ricorrenza femminista, e in particolare, nella liturgia degli "Ascoltaci, o Signore", era presente l' invocazione divina per "tutte le donne vittime di violenza". Non ci sarebbe nulla di sbagliato, se tali invocazioni fossero state levate al Cielo anche per gli uomini vittime di violenza, fisica e psicologica. Che la violenza domestica-contrariamente a quanto dicono le naziste, i loro manipoli e loro falsi sondaggi-è qualcosa che coinvolge in modo paritario e simmetrico sia le donne che gli uomini,distribuendosi,quindi, equamente tra i due sessi(quando si usano armi improprie quali coltelli, piatti, stoviglie varie, non c'è superiorità fisica che tenga), è qualcosa di scientificamente comprovato da ogni studio serio e scevro da pregiudizi ideologici(fatti soprattutto negli Usa), e ogni persona che ha cuore la verità e soprattutto in abominio la sciagurata guerra dei sessi attuata dai misandri di ogni specie e liquame, sicuramente dovrebbe sapere. Ma, evidentemente, taluni prelati del Vaticano, anzichè informarsi e attingere fonti in merito da organi indipendenti(alcuni dei quali anche cattolici), si lasciano convincere dalla propaganda a base di chiacchiere da comare di Domenica In o da una Barbara d'Urso qualsiasi. Se, oggi, il Papa avesse voluto fare un buon servigio alla dignità delle donne, avrebbe dovuto, innanzitutto, ricordare anche i loro doveri,a cominciare dal rispetto che dovrebbero avere per i loro mariti e a non trattarli come bancomat di Jolly da usare e spremere dopo il divorzio, e ad avere rispetto per il proprio corpo e,quindi,smetterla di usarlo come se fosse una molotov nel provocare e agitare gli ormoni maschili per perseguire infami scopi di sadismo,di ricatto sessuale, di carriera e di successo.Parlando di violenza, oggi era la volta buona della Chiesa per ricordare la violenza psicologica di cui sono vittime sempre più uomini, a cominciare dai padri separati, vittime delle angherie femmiste di cui l'8 marzo ne è l'emblema ideologico,ma il Papa, nell'Angelus di oggi, seguendo l'esempio del presidente della Repubblica che in questi giorni ha pontificato di "infamie" e di "stupri", ha preferito compiacere gli umori femministoidi della massa nel commemorare questa ricorrenza con frasi retoriche del tipo "rispetto per le donne". E del rispetto per gli esseri umani di sesso maschile, ce ne siamo dimenticati, Sua Santità? No, caro Papa, il rispetto, l'onore, e ogni forma di considerazione umana sono riservate solo a chi è dovuto,a prescindere dal sesso, dal colore della pelle o dalla religione, a prescindere se "occidentale" o palestinese o altro; vi sono persone che il rispetto non lo meritano affatto, donne o uomini che siano.Appunto, tra queste persone vi sono anche tante donne, tantissime, purtroppo. Ora, il sospetto di ulteriori prese di posizione vaticane impregnate di vittimismo femministoide è più che lecito,e giacchè, ultimamente, i media e il popolo bue stanno favoleggiando e urlando di una "Emergenza Stupri" che sarebbe piombata sulla nostra civiltà, viene spontaneo chiedersi a quando una bella richiesta popolare e parlamentare affinchè il Vaticano aggiorni il proprio codice canonico ecclesiastico in tema di sacramenti per aggiungere nella lista degli "interdetti" a ricevere le esequie e i funerali, anche gli "stupr(SIGH!)atori"-penitenti o impenitenti, castrati o non castrati, che siano-e magari un bel Dogma sulla "Impossibile remissione dei peccati" nei loro confronti, anche se pentiti e penitenti(e castrati)."Nulla remissionem peccatorum Stupratorum". Sarà per il prossimo 8 marzo?

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