domenica 24 maggio 2009

Vita in una Galera a cielo aperto

Atto I
Luana: Sui 30 anni. Impiegata,grande cocainomane e discotecara, passa i suoi week end a fare sesso in discoteche con partner occasionali.
Luca: Sui 25 anni. Studente, docile e tranquillo, ma un nervoso. Minuto e gracile.
L'Innominabile: Non Nominabile.E' l'autentica versione di Luca. E' Luca, ma come in un universo parallelo.
Nicolas: Sui 25 anni. Di etnia Rom, campa con saltuarie e misere elemosine ricavate suonando la fisarmonica nei bus e nei metrò.

Atto II
Luana: Dopo una notte di Carnevale in discoteca passata tra alcool, pasticche e sesso con più ragazzi, va in caserma, dichiarando di essere stata "stuprata dal branco". Tuttavia, dichiara un solo nome dei presunti violentatori, l' Innominabile.
L'Innominabile: un nome impronunciabile, per via del reato di cui è accusato, cioè la "violenza sessuale", che questa società, assurdamente e ipocritamente, la considera non un' azione violenta come tutte le altre azioni violente di questo mondo, ma come qualcosa al di fuori di questo mondo, insomma comeun qualcosa di trascendentale. L'Innominabile, purtroppo, si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato, in quanto fino ad allora non mai era stato in una discoteca e si era sentito costretto ad andarci perchè invitato con insistenza da compagni universitari.
Luca: Forse perchè guarda un "storto" una donna che lo irride per il suo aspetto un impacciato e "intellettuale", viene tempestato di pugni e calci dal fidanzato di lei, un omone alto uno e novanta per 105 chili. Solo l'intervento di alcuni passanti evita una sicura esecuzione. Luca finisce in ospedale con costole e ossa rotte. Intanto quella donna elogia il suo "moroso", abbracciandolo, in quanto tutto orgogliosa del suo "principe azzurro" che con grande "forza e coraggio" ha vendicato lo "sgarro" di Luca nei suoi confronti.
Nicolas: Mentre si trova in bus a chiedere qualche spicciolo, viene arrestato dagli agenti sollecitati da signore e signorine scollate, perizomate e con Novella 2000 in mano.

Atto III
Luana: Sporta la denuncia, i carabinieri chiamano rinforzi e si avventano nella casa del ragazzo denunciato,l'Innominabile, per trascinarlo in prigione. Tutti i quotidiani e telegiornali, per giorni, dedicano la maggior parte del loro notiziari a questa storia della "ragazza stuprata in discoteca", parlando di "emergenza" in toni da guerra civile.Nei giorni seguenti, i politici di tutti gli schieramenti, in nome della "ragazza stuprata in discoteca", fanno a gara a chi propone legislazioni più spietate e repressive, e, alla faccia della ben nota lentezza parlamentare, in tempi record,vengono approvati speciali decreti legge sullo stupro

Luca: Durante la sua degenza in ospedale, i suoi familiari sporgono denuncia nei confronti dell' aggressore. Gli agenti nel raccogliere la denuncia, con molta freddezza dicono loro di rivolgersi ad un avvocato e da lì, se hanno soldi e tempo, di instaurare un procedimento giudiziario. Intanto l'aggressore, benchè raggiunto da una comunicazione di polizia, non subisce nessun provvedimento restrittivo e continua tranquillamente e senza preoccupazioni la sua vita a base di body building, di sesso in auto, e di risse a difesa della sua "principessina".

Nicolas: In caserma viene preso a schiaffi, a pugni e calci nella pancia. Non importa il reato, ne tanto meno se è colpevole o innocente. E' un rom e tanto basta.

Atto IV
Luana: Viene intervistata dai più importanti quotidiani e telegiornali, dove si esibisce con faccia spavalda e vendicativa in invettive e dichiara di voler uccidere con le sue mani il ragazzo da lei accusato, l'Innominabile. Tutti la applaudono e la elogiano. Il Popolo Bue-Sovrano sta dalla sua parte nei propositi omicidi.

L'Innominabile:Intanto,in carcere viene picchiato dai secondini, e benche messo in isolamento, viene torturato e sodomizzato dagli altri detenuti(incarcerati per reati non sessuali).

Luca: Il poveraccio, appena dimesso dall' ospedale, tutto malconcio per le pesanti lesioni subite, insieme con i suoi genitori cerca di trovarsi un buon avvocato per sporgere denuncia, ma non potendosi permettere una spesa così onerosa,è costretto ad affidarsi ad un mediocre avvocato. Intanto il suoaggressore si è comprato un bell'abbonamento ad un Parco dell' Amore, cioè a quei parcheggi privati-tanto auspicati dai leghisti- dove le coppiette possono andare a fare i zozzi tranquillamente "a riparo dai maniaci sessuali"[sic].

Nicolas: Passa il tempo in galera nel più completo anomimato e disprezzo. Nessuno sa niente di lui, e lui non sa nemmeno, o non comprende, il reato di cui è accusato. Purtroppo conosce poco la lingua italiana e il suo avvocato d'ufficio- un poco più che un ragazzo e alle prime esperienze-non gli fornisce molti dettagli sul reato di cui è accusato, ma preferisce concentrarsi sulle "attenuanti generiche". Un giorno, Nicolas vede che un gruppo di detenuti trascina un altro detenuto in un angolo e subito iniziano a prenderlo a botte e a sodomizzarlo. Nel vedere ciò, il Rom, tutto ricolmo di collera e indignazione, urlando chiama i secondini, i quali intervengono per liberare la vittima e la portano in un' altra cella più isolata, non senza prima avergli dato un ulteriore razione di botte. Questo detenuto appena salvato dal linciaggio è l'Innominabile, presunto violentatore di Luana.

Atto V
Luana: Durante le indagini, lei fornirà varie versioni e tutte contraddittorie tra loro, in particolare ora incomincerà ad affermare di non essere stata stuprata più da cinque persone come aveva affermato nella denuncia iniziale, ma da due, poi alcuni giorni dopo, affermerà di essere stata stuprata da una sola persona. Ma nonostante queste continue ritrattazioni e versioni discordanti tra loro, i magistrati allestiranno in tempi record il processo a carico dell' imputato, il quale, ovviamente, non può esibire nessuna prova a sua discolpa in quanto non vi è nessun elemento oggettivo per appurare se un rapporto sessuale è stato consenziente o meno. Ma per legge conta solo la dichiarazione della donna che dichiara di essere stata stuprata. E basta e avanza. Il PM chiederà 25 anni di reclusione per l'imputato.

Luca: Il suo avvocato, ovviamente, per cercare di consolidare l'impianto accusatorio, gli chiederà di presentare eventuali testimonianze, che ovviamente il povero Luca non ha perchè quel giorno in strada non vi era nessuno che conoscesse e che quindi potesse testimoniare per la sua causa. Al contrario, l'aggressore si "fabbricherà" molti testimoni chiedendo a suoi amici di testimoniare a suo favore.

Nicolas: Il PM chiede nei suoi confronti una condanna a 7 anni di reclusione, per lievi reati comuni e di cui lui nemmeno sa di essere accusato. Egli è molto rispettoso e ubbidiente nei confronti dei secondini e si prodiga con umanità e affetto per gli altri detenuti in difficoltà. Inoltre cerca di protestare vivamente con il direttore del carcere per chiedere maggiori garanzie per l'Innominabile, ma il suo avvocato per evitare che ciò gli possa ritorcergli contro come un "aggravante" giudiziario, gli intima più volte di desistere da questo scopo. Ma Nicolas non ne vuole sapere nulla perchè non si dà pace nel vedere un detenuto trattato in quel modo.

Atto VI
Luana e l'Innominabile: I giudici e la giuria popolare accolgono la richiesta dell' accusa.L'Innomminabile è condannato a 20 anni di reclusione. Il mondo politico, la stampa e l'opinione pubblica, benchè soddisfatti della condanna, auspicano in futuro pene ben più alte, e in tal proposito vengono presentate in parlamento varie proposte di legge. Intanto per l'Innominabile inizia un vero e proprio calvario. Come tutti i detenuti per violenza sessuale, sconterà fino all'ultimo giorno la sua condanna, senza speranze di sconti, e, anche se gravemente malato, non potrà mai usufruire, nemmeno temporaneamente, degli arresti domiciliari o di licenze premio; insomma, come condannato per violenza sessuale viene privato dei più elementari benefici carcerari(Legge Gozzini) di cui anche i detenuti per omicidio e strage possono,invece, usufruire. E anche se qualora dopo questi 20 anni, tra maltrattamenti e tentatiivi di linciaggio degli altri detenuti, dovesse sopravvivere,quando uscirà dal carcere per lui subentrerà la morte sociale perchè evitato e scacciato da tutti, anche dai suoi familiari. Insomma,una morte con obbligo di sopravvivenza: si chiama Inferno.

Luca: Dopo ben 2 anni di ricorsi e rinvii,si arriva finalmente ad un procedimento giudiziario.Benchè manchino testimonianze, i referti medici sono schiaccianti e parlano chiaro. L' omone aggressore viene condannato in primo grado ad appena 5 mesi di reclusione, ovviamente completamente condonati dalla condizionale e dall 'indulto. Egli, quasi, nemmeno sa della condanna subita[si fa per dire].Intanto la sua donna è sempre più orgoglioso di lui.

Nicolas: Viene condannato a 5 anni. Gli è andata bene, in fondo. E' pur sempre un "subumano". Dalla cella, Nicolas aspetta con pazienza ansiosa che passino questi maledetti 5 anni. Passati i quali, ha intenzione di ritornarsene in Romania per mai stare più nell' Inferno-Italia.

Atto VII
Luana: Nel frattempo il suo comune di residenza che in processo si era costituito Parte Civile, ogni estate gli paga una bella vacanza in Jamaica. Intanto viene anche candidata nelle liste di un partito politico ed eletta deputata; scrive anche libri dove racconta la sua presunta esperienza di "stuprata" che si rivelano veri e propri best seller. In parlamento si prodiga affinchè venga approvato una legge che permette le donne di andare nude in luoghi pubblici e che sovvenzioni economicamente le mogli fedifraghe.

Luca: Un successivo processo assolverà definitivamente l'aggressore. Il guardare storto la sua donna si configurava come una "molestia visiva", di qui il "legittimo" intervento del suo partner. Luca va in depressione, e sfiduciato recide ogni contatto sociale.

Nicolas e l'Innominabile: un giorno,Nicolas vede alcuni infermieri e secondini che portano via una barella con su giacente un detenuto senza vita. Lo riconosce subito,è l'Innominabile:si è impiccato perchè stanco delle continue violenze e vessazioni subite dagli altri detenuti, perchè privo di speranza per una condanna senza fine e perchè consapevole che davanti a lui si prospettava uno strazio perpetuo, da cui solo la morte fisica lo avrebbe potuto liberare. Che la Pace sia con lui. Intanto la salma dell' Innominabile non può nemmeno essere sepolta nel suo cimitero perchè gli abitanti del suo paese fanno quasi una rivolta affinchè il "maniaco" non sia sepolto tra i loro morti, e arrivano finanche ad aggredire il prete che si era "permesso" di benedire la salma.Intanto in carcere, i detenuti festeggiano per il suicidio del "porco stupratore", ma Nicolas indignato per questa macabra gazzarra, volta le spalle e ritirandosi nella sua cella, con il corpo senza vita dell'Innominabile ancora impresso nella sua mente, si inginocchia e fa una preghiera per l'Innominabile e per tutte le persone sole che soffrono perchè scacciate dalla società, i cosiddetti "scarti umani".

Atto VIII
Qualche anno dopo

Luca, triste, solo e umiliato, morirà investito da un auto. Un incidente, o, forse, un suicidio. Forse.
Intanto il suo aggressore, l'omone, essendo stato mollato dalla sua donna che nel frattempo si è invaghita di un uomo ancora "più figo e romantico" di lui, nell' insistere per ristabilire la relazione con lei,finirà in galera per Stalking e viene condannato a 6 anni di reclusione. Aver ridotto in fin di vita un ragazzo che rispetto a lui era una piuma, gli è valso un' assoluzione; invece aver semplicemente insistito con qualche telefonata di troppo per ristabilire il rapporto di coppia con la sua ex, gli è costato 6 anni di galera. E' questa la "Giustizia" in questo manicomio di società occidentale.
E l'Innominabile? Era colpevole o innocente? Difficile dirlo, tanto più se si considera che è estremamente complicato se non impossibile parlare di "consenso" o "non consenso" in riferimento ad eventuali azioni sessuali esplicate sotto l'effetto dello sballo, dell'alcol, e della droga. Sta il fatto che l'Innominabile era un ragazzo, incredibilmente assomigliante a Luca, che forse prima di allora non aveva mai avuto nessun rapporto sessuale e quindi potrebbe essere probabile che nel desiderio ansioso e nella concitazione sia andato oltre il consentito in qualcosa di deprecabile. Oppure potrebbe essere che sia stato assolutamente innocente e irreprensibile:del resto le prove contro di lui erano men che zero. Ma al di la di tutto, innocente o colpevole che sia,l'Innominabile è stato condannato a morte da questa perversa Società, da questa cattiva e spietata Società che dapprima esalta e idolatra ogni esibizione e oscenità sessuale e poi, ipocritamente, si accanisce istericamente contro eventuali autori di reati sessuali. La pena, sia quella giudiziaria che quella sociale e morale, era stata , quindi, così brutalmente eccessiva e sproporzionata rispetto all'eventuale deprecabile azione commessa, che in cuor suo,l'Innominabile, non sentiva altra scelta che quella di ammazzarsi per porre fino allo strazio. Una fine che per certi versi ricorderà quella di Luca. Se non fosse stato per le storie diverse, si potrebbe dire che Luca e l'Innominabile siano la stessa persona. E lo sono, ma in due universi paralleli.

In Parlamento, intanto, è stata approvata la legge Selen-Calderoli-Cicciolina che per gli stupratori prevede l'ergastolo con 41 bis più la castrazione e la loro interdizione dagli ospedali, dai cimiteri, e divieto di funerali nei loro confronti.

Intanto Nicolas, scontata la pena per intero, se ne ritorna a Bucarest. Qui, radunati tutti i suoi parenti e amici, chiede loro, supplicando, di non sognarsi mai di mettere piede in Italia. Nel vedere la loro perplessità e disappunto, gli ritorna in mente quella truce immagine, nel carcere, di quell' Innominabile ragazzo senza vita sulla barella, e allora, deglutendo come se stesse ingoiando chiodi, e con gli occhi pieni di lacrime, si rivolge a loro, dicendo:

"Meglio vivere qui nelle vicinanze di una fogna, ma liberi e redenti, che in quella ricca e pulita Galera a cielo aperto di Società occidentale."

FINE

Nota:
Questa è una storia da me inventata che tuttavia rispecchia fedelmente le caratteristiche sociali e morali di questa società. Ogni riferimento a fatti eventualmente accaduti nella realtà, è da ritenersi una pura casualità.

sabato 9 maggio 2009

I Diritti Umani secondo Tette&Culi

In questi giorni dagli organi di "informazione" si è levata molta indignazione per la condanna a morte di Delara Darabi,ragazza iraniana di 23 anni colpevole e reo confessa di un omicidio. Chi conosce il mio blog sa benissimo quanto orrore provo nei confronti della pena di morte e di come apprezzo ogni sforzo teso all'eliminazione di questa pena, tuttavia altrettanto apprezzamento non posso provarlo quando l'indignazione per una condanna a morte è suscitata da motivazioni puramente strumentali e ideologiche. Perchè così è stato nel caso di Delara Darabi; la condanna e l'indignazione per la sua esecuzione, difatti, è stata causata non tanto per l'esecrazione della pena di morte in se e  tanto dalla giovane età della persona giustiziata, quanto,invece, per il Paese in cui è avvenuta questa esecuzione(Iran), e soprattutto per il sesso della persona finita sotto il patibolo, quello femminile appunto. Proprio negli stessi giorni in cui veniva giustiziata Delara, sempre in Iran, un ragazzo quasi coetaneo a lei è stato lapidato per aver commesso un'azione che dalle nostre parti non è un reato, ma anzi è considerata un' opera benemerita, specie se a compierla sono le donne: l'adulterio. Eppure non c'è stata quell'indignazione che invece ha accompagnato l'esecuzione di Delara Darabi, anzi quasi non ne hanno parlato(eccetto il Corriere della Sera che evidentemente deve preparare l'opinione pubblica ad una eventuale guerra contro l'Iran). E inoltre nel mondo, a cominciare dagli Usa, vengono di continuo giustiziati ragazzi per reati commessi da minorenni e proprio da noi in Europa, in tempi recenti, nel 1976, un ragazzo francese di appena 20 anni, Christian Ranucci, accusato di omicidio,fu decapitato a Marsiglia con la ghigliottina per ordine dell'allora Presidente della Francia, Giscard D'Estaing ,senza che ci furono indignazioni e proteste, ma anzi con la piena approvazione dell 'opinione pubblica.Il perchè di questa disparità di trattamento quando a finire sul patibolo sono esseri umani di sesso maschile è ovviamente da ricercare nella concezione tipicamente occidentale della donna la cui vita è considerata di maggior valore rispetto a quella degli uomini("prima i bambini e le donne", si dice).E infatti, in merito all'esecuzione di Delara non si può far a meno di notare come sui giornali e tv il nome di questa ragazza viene sempre preceduta dall' attributo artistico di "pittrice" e, quasi mai seguito dal reato per cui è stata condannata(*), quasi a voler maggiormente instillare nell' opinione pubblica la leggenda metropolitana femminista secondo cui nel mondo le donne vengono giudicate per il loro essere donne e non per azioni commesse(quando invece sappiamo che sia in Iran che in tutto il mondo, la stragrande maggioranza di coloro che finiscono in carcere o al patibolo sono maschi). 
Inoltre provate a immaginare se al posto di Delara Darabi, fosse stato giustiziato magari dopo essere stato orrendamente seviziato ed evirato-come spesso succede in alcuni Paesi-un suo coetaneo maschio, anche egli pittore,per violenza sessuale, cioè per un reato-con buona pace del popolo bue-oggettivamente meno grave rispetto all' omicidio. Ovviamente di ciò non se ne sarebbe parlato, oppure se proprio se ne fosse parlato, i giornali, le tv e il popolino avrebbero avuto minuziosa cura e patetica precisione nello specificare il reato per cui sarebbe stato  condannato-"stupro"-"abusi"-"molestie"-  e ovviamente il suo nome e la sua figura non sarebbero stati preceduti e accompagnati dalla qualifica di "pittore", ma da tutt'altro che gentili omaggi quali "mostro stupratore", "orco", "predatore", "maniaco" e da tanti altri patetici termini e neologismi  di cui è infarcito il vocabolario del popolo bue, avallando una simile esecuzione come modello da importare nel nostro sistema giuridico(e in parte già è stato importato) giacchè dalle nostre parti per gli stupratori si chiedono a gran voce gli stessi metodi e punizioni che si usano in popolazioni tribali o comunque in stati arretrati, quali lunghe e sproporzionate pene detentive, pene di morte previa squartamento o bollitura in pentoloni ed evirazioni , in piena linea con l'orrenda "ricetta Calderoli" di...tagliare il pene "senza nemmeno sterilizzare il coltellaccio".

Come si può vedere, non c'entrano nulla i diritti umani con questo clamore per l'esecuzione di questa ragazza iraniana, infatti il popolo denuncia e si indigna per le violazioni dei diritti umani solo quando bisogna difendere categorie gradite oppure per screditare stati e governi sgraditi, ma le invoca tranquillamente contro ogni qualvolta in questione ci sono categorie odiate e nemiche. E' un vezzo, questo, che da sempre contraddistingue la stupida massa popolare.Giudicare un' azione usando metri di giudizio diversi a seconda delle pelle o del sesso di chi questa azione la compie o la subisce, non può che configurarsi come una spregevole forma di razzismo.

(*) NOTA: Nei giorni seguenti all'esecuzione su quotidiani e in tv è incominciata a balenare l'ipotesi che a commettere l'omicidio sarebbe stato il suo compagno e non lei che invece sarebbe stata indotta a confessare l'omicidio. Ovviamente a supporto di questa tesi non vi è nessuna prova, ma è solo una ipotesi che fa molto comodo in quanto ben si adatta alla propaganda di regime occidentale secondo cui le donne sarebbero intrinsecamente incapaci di compiere il male e perennemente vittime del sistema "patriarcale" e "maschilista".

venerdì 1 maggio 2009