venerdì 22 agosto 2008

Il Comunista, il Pistolero e il Grillo

In questi giorni sta infuriando la polemica per quel caso sollevato dalla stampa, secondo cui un giudice di Catania avrebbe affidato un ragazzo "comunista" alle cure del padre, anzichè a quelle della madre, in quanto quest' ultima sarebbe troppo permissiva nei confronti della militanza politica del figlio. Non c'è dubbio: la discriminazione politica, purtroppo, c'è stata ed è vergognosa. Però, ciò che mi dà fastidio è una certa ipocrisa di fondo che fa indignare solo a senso unico. Per prima cosa, vorrei far notare come i cosiddetti mezzi d' informazione ogni qualvolta sono prevenuti e faziosi nei confronti di qualcuno o di qualcosa, usano frasi ed eufemismi appositi per condizionare il lettore; infatti questa notizia è stata data con grande risalto con un "figlio tolto alla madre" e non invece con un "figlio affidato al padre", come invece sarebbe stato più corretto dire;e guarda caso, quando invece,un figlio,viene affidato alla madre(come sempre accade) non parlano ,di certo, di "figlio tolto al padre"; insomma una forma di pregiudizio, antimaschile, nemmeno tanto velata, che ben si manifesta nel modo di presentare le notizie.
Entrando nel merito della questione, trovo curioso vedere come i femministi e la stampa vaginocentrica, che ora stanno gridando al complotto della discriminazione politica, chiamando in causa addirittura il Presidente della Repubblica, sono gli stessi che applaudono l'abominevole prassi giudiziaria del sottrarre sempre e comunque, nelle cause di separazione, i figli ai padri-in quanto maschi e padri- per affidarli, invece, sempre e comunque, alle madri-in quanto donne e madri- anche se sono esse, come accade quasi sempre, a chiedere il divorzio, anche se sprovviste economicamente, e a prescindere dalla loro capacità o meno di educare i figli. Insomma, una forma di discriminazione sessista che si consuma, ogni giorno, approvata proprio da coloro che ora, indignati, si stanno stracciando le vesti, gridando allo scandalo per questo caso di discriminazione politica, che, come ho detto prima, effettivamente c'è stato.No, non è incoerenza, la loro. Per lor signori la discriminazione è ogni cosa che non porta acqua al loro mulino, cioè al Mulino Rosa. In caso contrario, la chiamano, senza vergognarsi,"discriminazione positiva".

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Alcuni stralci da Repubblica on line sulla notizia di quel tabaccaio di Aprilia che ha sparato a un ladro di sigarette:
Tabaccaio spara, la città si schiera"Ha fatto bene, qui non si vive più"
La Fit, la Federazione italiana tabaccai, pagherà l'avvocato per Davide Mariani, indagato per omicidio volontario dopo aver sparato a un ladro che stava fuggendo, dopo aver rubato nel suo negozio ad Aprilia...... La solidarietà dei vicini. Anche oggi tanti vicini di casa sono andati a portare la loro solidarietà a Davide Mariani. In tanti hanno ribadito che nel piccolo centro commerciale di via Fossignano, alla periferia di Aprilia, dove è avvenuto il fatto "non si vive più, non vediamo mai forze dell'ordine e se Davide ha sparato non aveva altra scelta". Tutti si chiedono il perchè dell'accusa di omicidio volontario, qualcuno cerca di dare una spiegazione ma alla fine è un coro unanime: "Ha fatto bene".

Per carità, figuriamoci se ora mi metto a contestare le sentenze del Popolo Ruminante! Vorrei solo richiamare a un di sana coerenza e alle sue logiche conseguenze. Infatti, se un furto o un suo tentativo, valgono la morte, senza processo alcuno, previa una pallottola di fucile alla schiena, a maggior ragione questo principio si dovrebbe applicare anche nei confronti di quei commercianti evasori fiscali che, di certo, compiono un furto alla comunità, di entità infinitamente maggiore rispetto a quelli di un qualunque ladruncolo di sigarette o di frutta, arrecando danni, quindi, agli stessi cittadini- buoi che giustificano queste esecuzioni. E se l'esasperazione è un buon motivo per sparare e uccidere, allora ciò dovrebbe valere anche per un qualunque pincopallino esasperato di non riuscire ad arrivare a fine mese, per gli assurdi prezzi dei prodotti che i commercianti, via via aumentano spudoratamente sempre di più,salvo poi dare tutta la colpa all' Euro(che pure di colpe, comunque ne ha). Ai posteri la ruminante sentenza.

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Ora, qualcosa su Beppe Grillo. In un post, di questi giorni, intitolato "Nazionalismi olimpici" ha denunciato efficacemente l' ipocrisia nazionalista che anima le competizioni olimpiche (e non sto criticando l'amore per la propria patria, ma ciò va tenuto lontano dallo sport). Peccato, poi, che abbia rovinato tutto con alcune considerazioni geopolitiche che sanno di appiattimento acritico all' informazione di Regime. In particolare, quando ha citato le nazioni che non dovrebbero partecipare alle Olimpiadi, perchè invasori di altri stati e popoli, si è dimenticato, anzi, a mio avviso, ha deliberatamente omesso di citarne uno, molto ben noto. E infine se ne è venuto con questa affermazione, molto bushiana-giulianoferrariana-sofriana: "...i russi che hanno invaso la Georgia..". Vedete?! Grillo sta accreditando, senza rendersene conto, le stupidaggini di quell 'informazione ufficiale, contro cui egli stesso da anni sbraita e contro cui ha organizzato diverse raccolte di firme e Vaffanculo Day vari. Da tempo ho smesso di seguire e stimare Beppe Grillo, per via della sua metamorfosi che lo ha portato da alternativo e controcorrente, scacciato da tutti, quale era prima, a raccoglitore e rappresentante delle istanze del popolino. Che i grilli si stiano trasformando in buoi? Dio scansi!

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"Quel prete, mestatore bugiardo, del Dalai Lama prende la scena dovunque straparlando e poi smentendo di presunte repressioni. Dei morti VERI (donne e bambini) fatti in Afghanistan dai delinquenti americani e soci, neanche una parola....." . Questa espressione, l'ho trovata per puro caso in rete, la riporto qui, giusto per titolo d'esempio, dato che questa turpe e sessista parola d' ordine, cioè "prima le donne e i bambini" è un pensiero molto comune, anzi d' obbligo in questa società, e di espressioni simili ne sentiamo e ne vediamo,continuamente, ogni giorno, per televisione, su giornali, su libri e sulla bocca di quasi tutte le persone: i "morti veri" sono le donne e i bambini. Gli uomini sono morti di serie b. E questa sarebbe la società "maschilista" di cui vanno cianciando, non solo le dementi femministe, ma anche e soprattutto i merdosi maschiettini-pentiti.

mercoledì 13 agosto 2008

Grazie!









Ho provato profonda soddisfazione nel sapere che il mio post sul Popolobue ha riscosso molto successo. Lo dimostra l' improvvisa impennata di visite al mio blog, nei due giorni successivi alla pubblicazione del post(si veda in figura sopra) che è stato anche diffuso in rete. A diffonderlo, per primo, in rete, è stato il responsabile della rivista italiana antifemminista, al quale, ne approfitto, per rendergli pubblicamente la mia gratitudine e la mia riconoscenza.Ho ricevuto un gran numero di commenti e messaggi di complimenti e di felicitazioni per il mio articolo, a cui si sono aggiunti, quelli, inevitabili, dei provocatori popolisti che si sono sentiti chiamati in causa, perchè, evidentemente, ho toccato loro un nervo scoperto. Ma nel mio articolo non vi era nessun intento nichilista o provocatorio, semplicemente, ho voluto dare un piccolo contributo nella denuncia dell' ipocrisia del popolino stolto e idiota; una massa maggioritaria e silenziosa che si trincera dietro al perbenismo conformista per coprire e nascondere la propria stupidità e miseria morale. Di fatti il cittadino-bue dice: "io non rubo, non uccido....quindi sono una persona per bene", e, così, solo per l'osservanza di alcune leggi penali sulla convivenza civile,costui si sente in regola di fronte alla propria pseudo-coscienza. Il cittadino-bue è la più evidente espressione dell' annichilimento della ragione e della dignità umana; egli crede ed obbedisce, senza porsi dubbio alcuno, a qualunque cosa gli venga detta o presentata dal Regime. Perchè è stupido. Se ad, esempio, tv e giornali dicono che "la prima causa di morte delle donne italiane è la violenza maschile", cosa fa il cittadino bue? Contesta questa tesi palesemente assurda? O, almeno, gli viene qualche dubbio? No. Egli annuisce e dice: "Tette e Culi" e predispone, di conseguenza, il suo vivere e il suo modo di pensare in funzione di questa tesi che per lui è un dogma. Al contrario, invece, del cittadino non bue, che, di fronte a questa impostura, affermerebbe: "No, aspettate, non prendetemi per i fondelli...se la vita media della donne italiane è 83 anni, significa che la prima causa di morte delle donne, nel nostro Paese, è dovuta a circostanze naturali...almeno che questi maschi non si divertano ad uccidere, ogni giorno, migliaia di vecchiette..". Questo è solo un esempio, fra gli infiniti che si potrebbero fare, atto a mostrare come l'ignoranza e la stupidità possano trasformare un essere umano in un automa vivente. Si capisce bene, quindi, come sia estremamente doveroso per quella minoranza di cittadini non buoi dare il proprio contributo nel combattere questa criminosa aberrazione. Non che si esca vincitori, ma perche è un dovere nei confronti della verità e della giustizia. Fermo restando che la necessaria e doverosa presa di distanza dal popolino, non deve essere assolutamente confusa con l' asocialità, anzi, al contrario, le due cose devono e possono-se si vuole-andare l' una contro l'altra, questo perchè il combattere la stupidità e le depravazione della massa non ha e non deve avere nessun intento distruttivo, ma al contrario deve essere finalizzato nel costruire una società migliore fondata sugli ideali di pace, di tolleranza, e di fratellanza.


p.S: siccome vorrei far giungere questo mio precedente post a quante più persone possibili, e quindi anche ad un pubblico più sensibile(anziani e bambini), lo riproporrò, nei prossimi giorni, in una versione leggermente modificata, ripulendolo, cioè, da termini scurrili e forti. Inoltre, causa impegni, questo blog, come potete vedere, non lo aggiorno frequentemente, quindi non me ne vogliate.

sabato 9 agosto 2008

lunedì 4 agosto 2008

Il cornuto che risarcisce l' adultera

Si apprende dell' iniziativa del comune di Bolzano di aprire case-albergo per i padri-separati, definiti a ragione come i "nuovi poveri". Questa notizia, se da un lato mi solleva e mi rallegra per il fatto che in ambito politico-istituzionale(seppure solo a livello amministrativo locale) qualcosa si sta muovendo per venire incontro a quegli uomini straziati psicologicamente e affogati economicamente dalle angherie-assurte a leggi di Stato- delle ex mogli,dall'altro lato mi suscita un sentimento di angoscia misto a sfiducia. Angoscia, perchè è sconvolgente vedere che uno Stato e una Società che si proclamano "progrediti" e "civili", permettano che uomini-la cui unica "colpa" è stata quella di essere stati abbandonati dalle loro mogli che, invece, nell' atto del matrimonio avevano promesso amore e fedeltà eterna-si riducano a larve umane, spogliati di ogni avere(soldi, casa,figli) e dignità, al punto da indurre saggi amministratori comunali a promuovere iniziative umanitarie, alla stregua di come si fa con i senzatetto e le vittime di guerra. Sfiducia, perchè questa iniziativa, benchè abbia stabilito un precedente, resterà confinata lì dove è nata-qualora non rimarrà affogata nella culla-per via dell' inevitabile offensiva politico-mediatica femminista che non tarderà ad abbattersi contro di essa. Le associazioni dei padri separati hanno accolto con grande soddisfazione e gioia questa decisione del comune di Bolzano. Posso capire, ma non condivido tutto questo entusiasmo, perchè ciò rischia di far apparire, implicitamente, la legge sul divorzio come un male ineluttabile dal quale proteggersi, quasi fosse una sciagura naturale, alla stregua di un terremoto o una alluvione. No. Non è affatto ineluttabile.L' attuale normativa sul divorzio, semplicemente, va abolita. E' risaputo che tutte quelle leggi "a favore delle donne", a partire dal divorzio, fino a quella attuale sullo Stalking, hanno dato alle donne un enorme potere ricattatorio e terroristico per prevalere sugli uomini in contenziosi di qualsiasi natura. La legge sulla "divisone"[sic] dei beni, in caso di divorzio o di separazione, viola sistematicamente le più elementari norme di convivenza civile, oltre che di umanità e buon senso. Ad esempio, se io stipulo un contratto con una persona o una società, diventando socio, acquirente, consulente, o altro, e poi scindo questo contratto, è ovvio che, poi, non ho nessun diritto di ricevere ciò che il contratto mi assegnava, e anzi, devo anche pagare una penale, semplicemente perchè sono venuto meno ai patti per i quali mi ero impegnato.L' esempio, appena fatto, è ovvio e quasi banale, perchè si rifà all'ordine naturale delle cose applicato in ogni ambito della vita e in ogni consesso sociale: non si può chiedere e pretendere più nulla da una persona o da un sistema con il quale si è voluto troncare ogni rapporto. Invece nell' ambito del contenzioso della separazione marito-moglie, questo ovvio e naturale principio, non solo viene meno, ma addirittura viene applicato all' incontrario, e per di più a senso unico: un uomo tradito e lasciato da sua moglie, e quindi pugnalato moralmente e psicologicamente, si vede togliere dal già di per se magro stipendio, una grossa percentuale, per darla proprio a quella donna che, a tradimento, l' ha abbandonato al suo destino. Una simile aberrazione, incapsulata nel meccanismo secondo il quale l'aggredito risarcisce l'aggressore, non sarebbe concepibile nemmeno nella struttura sociale dei campi di sterminio nazisti. Per questo motivo le associazioni dei padri separati devono cercare coinvolgere quanto più possibile il mondo politico, anche attraverso forme clamorose di protesta, per chiedere l'abolizione di questo scempio! Una donna che chiede il divorzio, non deve avere nessun assegno di mantenimento dalla persona che ha abbandonato e con la quale era legata da una sorta di contratto civile(matrimonio) da lei deliberatamente scisso e violato. Non può sostenersi da sola? Ebbene, si faccia sostenere dal suo amante "figo e romantico" per il quale ha abbandonato il marito. E se non ha l'amante(cosa ,per altro, impossibile)? Ebbene, non divorzi, oppure se proprio vuole divorziare, si cerchi un lavoro o vada a fare la barbona, come, purtroppo, invece, sono costretti a fare molti dei padri separati. Inoltre, si chieda la reintroduzione del reato di adulterio: purtroppo la sua depenalizzazione, stabilita nel codice penale di trenta anni fa, ha dato disco verde a sempre più donne(ma anche uomini) di calpestare i valori dell' amore, della lealtà e della fedeltà, disgregando milioni di famiglie e distruggendo esistenzialmente, moralmente e materialmente milioni e milioni di uomini. Questa non è emancipazione, care donne. Questo è un crimine contro l'umanità.