sabato 9 maggio 2009

I Diritti Umani secondo Tette&Culi

In questi giorni dagli organi di "informazione" si è levata molta indignazione per la condanna a morte di Delara Darabi,ragazza iraniana di 23 anni colpevole e reo confessa di un omicidio. Chi conosce il mio blog sa benissimo quanto orrore provo nei confronti della pena di morte e di come apprezzo ogni sforzo teso all'eliminazione di questa pena, tuttavia altrettanto apprezzamento non posso provarlo quando l'indignazione per una condanna a morte è suscitata da motivazioni puramente strumentali e ideologiche. Perchè così è stato nel caso di Delara Darabi; la condanna e l'indignazione per la sua esecuzione, difatti, è stata causata non tanto per l'esecrazione della pena di morte in se e  tanto dalla giovane età della persona giustiziata, quanto,invece, per il Paese in cui è avvenuta questa esecuzione(Iran), e soprattutto per il sesso della persona finita sotto il patibolo, quello femminile appunto. Proprio negli stessi giorni in cui veniva giustiziata Delara, sempre in Iran, un ragazzo quasi coetaneo a lei è stato lapidato per aver commesso un'azione che dalle nostre parti non è un reato, ma anzi è considerata un' opera benemerita, specie se a compierla sono le donne: l'adulterio. Eppure non c'è stata quell'indignazione che invece ha accompagnato l'esecuzione di Delara Darabi, anzi quasi non ne hanno parlato(eccetto il Corriere della Sera che evidentemente deve preparare l'opinione pubblica ad una eventuale guerra contro l'Iran). E inoltre nel mondo, a cominciare dagli Usa, vengono di continuo giustiziati ragazzi per reati commessi da minorenni e proprio da noi in Europa, in tempi recenti, nel 1976, un ragazzo francese di appena 20 anni, Christian Ranucci, accusato di omicidio,fu decapitato a Marsiglia con la ghigliottina per ordine dell'allora Presidente della Francia, Giscard D'Estaing ,senza che ci furono indignazioni e proteste, ma anzi con la piena approvazione dell 'opinione pubblica.Il perchè di questa disparità di trattamento quando a finire sul patibolo sono esseri umani di sesso maschile è ovviamente da ricercare nella concezione tipicamente occidentale della donna la cui vita è considerata di maggior valore rispetto a quella degli uomini("prima i bambini e le donne", si dice).E infatti, in merito all'esecuzione di Delara non si può far a meno di notare come sui giornali e tv il nome di questa ragazza viene sempre preceduta dall' attributo artistico di "pittrice" e, quasi mai seguito dal reato per cui è stata condannata(*), quasi a voler maggiormente instillare nell' opinione pubblica la leggenda metropolitana femminista secondo cui nel mondo le donne vengono giudicate per il loro essere donne e non per azioni commesse(quando invece sappiamo che sia in Iran che in tutto il mondo, la stragrande maggioranza di coloro che finiscono in carcere o al patibolo sono maschi). 
Inoltre provate a immaginare se al posto di Delara Darabi, fosse stato giustiziato magari dopo essere stato orrendamente seviziato ed evirato-come spesso succede in alcuni Paesi-un suo coetaneo maschio, anche egli pittore,per violenza sessuale, cioè per un reato-con buona pace del popolo bue-oggettivamente meno grave rispetto all' omicidio. Ovviamente di ciò non se ne sarebbe parlato, oppure se proprio se ne fosse parlato, i giornali, le tv e il popolino avrebbero avuto minuziosa cura e patetica precisione nello specificare il reato per cui sarebbe stato  condannato-"stupro"-"abusi"-"molestie"-  e ovviamente il suo nome e la sua figura non sarebbero stati preceduti e accompagnati dalla qualifica di "pittore", ma da tutt'altro che gentili omaggi quali "mostro stupratore", "orco", "predatore", "maniaco" e da tanti altri patetici termini e neologismi  di cui è infarcito il vocabolario del popolo bue, avallando una simile esecuzione come modello da importare nel nostro sistema giuridico(e in parte già è stato importato) giacchè dalle nostre parti per gli stupratori si chiedono a gran voce gli stessi metodi e punizioni che si usano in popolazioni tribali o comunque in stati arretrati, quali lunghe e sproporzionate pene detentive, pene di morte previa squartamento o bollitura in pentoloni ed evirazioni , in piena linea con l'orrenda "ricetta Calderoli" di...tagliare il pene "senza nemmeno sterilizzare il coltellaccio".

Come si può vedere, non c'entrano nulla i diritti umani con questo clamore per l'esecuzione di questa ragazza iraniana, infatti il popolo denuncia e si indigna per le violazioni dei diritti umani solo quando bisogna difendere categorie gradite oppure per screditare stati e governi sgraditi, ma le invoca tranquillamente contro ogni qualvolta in questione ci sono categorie odiate e nemiche. E' un vezzo, questo, che da sempre contraddistingue la stupida massa popolare.Giudicare un' azione usando metri di giudizio diversi a seconda delle pelle o del sesso di chi questa azione la compie o la subisce, non può che configurarsi come una spregevole forma di razzismo.

(*) NOTA: Nei giorni seguenti all'esecuzione su quotidiani e in tv è incominciata a balenare l'ipotesi che a commettere l'omicidio sarebbe stato il suo compagno e non lei che invece sarebbe stata indotta a confessare l'omicidio. Ovviamente a supporto di questa tesi non vi è nessuna prova, ma è solo una ipotesi che fa molto comodo in quanto ben si adatta alla propaganda di regime occidentale secondo cui le donne sarebbero intrinsecamente incapaci di compiere il male e perennemente vittime del sistema "patriarcale" e "maschilista".

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