lunedì 4 agosto 2008

Il cornuto che risarcisce l' adultera

Si apprende dell' iniziativa del comune di Bolzano di aprire case-albergo per i padri-separati, definiti a ragione come i "nuovi poveri". Questa notizia, se da un lato mi solleva e mi rallegra per il fatto che in ambito politico-istituzionale(seppure solo a livello amministrativo locale) qualcosa si sta muovendo per venire incontro a quegli uomini straziati psicologicamente e affogati economicamente dalle angherie-assurte a leggi di Stato- delle ex mogli,dall'altro lato mi suscita un sentimento di angoscia misto a sfiducia. Angoscia, perchè è sconvolgente vedere che uno Stato e una Società che si proclamano "progrediti" e "civili", permettano che uomini-la cui unica "colpa" è stata quella di essere stati abbandonati dalle loro mogli che, invece, nell' atto del matrimonio avevano promesso amore e fedeltà eterna-si riducano a larve umane, spogliati di ogni avere(soldi, casa,figli) e dignità, al punto da indurre saggi amministratori comunali a promuovere iniziative umanitarie, alla stregua di come si fa con i senzatetto e le vittime di guerra. Sfiducia, perchè questa iniziativa, benchè abbia stabilito un precedente, resterà confinata lì dove è nata-qualora non rimarrà affogata nella culla-per via dell' inevitabile offensiva politico-mediatica femminista che non tarderà ad abbattersi contro di essa. Le associazioni dei padri separati hanno accolto con grande soddisfazione e gioia questa decisione del comune di Bolzano. Posso capire, ma non condivido tutto questo entusiasmo, perchè ciò rischia di far apparire, implicitamente, la legge sul divorzio come un male ineluttabile dal quale proteggersi, quasi fosse una sciagura naturale, alla stregua di un terremoto o una alluvione. No. Non è affatto ineluttabile.L' attuale normativa sul divorzio, semplicemente, va abolita. E' risaputo che tutte quelle leggi "a favore delle donne", a partire dal divorzio, fino a quella attuale sullo Stalking, hanno dato alle donne un enorme potere ricattatorio e terroristico per prevalere sugli uomini in contenziosi di qualsiasi natura. La legge sulla "divisone"[sic] dei beni, in caso di divorzio o di separazione, viola sistematicamente le più elementari norme di convivenza civile, oltre che di umanità e buon senso. Ad esempio, se io stipulo un contratto con una persona o una società, diventando socio, acquirente, consulente, o altro, e poi scindo questo contratto, è ovvio che, poi, non ho nessun diritto di ricevere ciò che il contratto mi assegnava, e anzi, devo anche pagare una penale, semplicemente perchè sono venuto meno ai patti per i quali mi ero impegnato.L' esempio, appena fatto, è ovvio e quasi banale, perchè si rifà all'ordine naturale delle cose applicato in ogni ambito della vita e in ogni consesso sociale: non si può chiedere e pretendere più nulla da una persona o da un sistema con il quale si è voluto troncare ogni rapporto. Invece nell' ambito del contenzioso della separazione marito-moglie, questo ovvio e naturale principio, non solo viene meno, ma addirittura viene applicato all' incontrario, e per di più a senso unico: un uomo tradito e lasciato da sua moglie, e quindi pugnalato moralmente e psicologicamente, si vede togliere dal già di per se magro stipendio, una grossa percentuale, per darla proprio a quella donna che, a tradimento, l' ha abbandonato al suo destino. Una simile aberrazione, incapsulata nel meccanismo secondo il quale l'aggredito risarcisce l'aggressore, non sarebbe concepibile nemmeno nella struttura sociale dei campi di sterminio nazisti. Per questo motivo le associazioni dei padri separati devono cercare coinvolgere quanto più possibile il mondo politico, anche attraverso forme clamorose di protesta, per chiedere l'abolizione di questo scempio! Una donna che chiede il divorzio, non deve avere nessun assegno di mantenimento dalla persona che ha abbandonato e con la quale era legata da una sorta di contratto civile(matrimonio) da lei deliberatamente scisso e violato. Non può sostenersi da sola? Ebbene, si faccia sostenere dal suo amante "figo e romantico" per il quale ha abbandonato il marito. E se non ha l'amante(cosa ,per altro, impossibile)? Ebbene, non divorzi, oppure se proprio vuole divorziare, si cerchi un lavoro o vada a fare la barbona, come, purtroppo, invece, sono costretti a fare molti dei padri separati. Inoltre, si chieda la reintroduzione del reato di adulterio: purtroppo la sua depenalizzazione, stabilita nel codice penale di trenta anni fa, ha dato disco verde a sempre più donne(ma anche uomini) di calpestare i valori dell' amore, della lealtà e della fedeltà, disgregando milioni di famiglie e distruggendo esistenzialmente, moralmente e materialmente milioni e milioni di uomini. Questa non è emancipazione, care donne. Questo è un crimine contro l'umanità.

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