mercoledì 10 giugno 2009

Velina, ergo Femminista

Il clamore suscitato, in questo ultimo periodo, dal diretto e caloroso rapporto di amicizia e stima che il premier Silvio Berlusconi ha avuto nei confronti di veline e soubrette varie, ha ridestato violentemente l'annosa e quanto monotona polemica femminista a riguardo della presunta "mercificazione del corpo femminile ad opera del maschilismo". Le analisi che ne sono uscite fuori su giornali, riviste e tv, non hanno fatto altro che ricalcare le tipiche litanie femministe, che puntualmente vengono recitate ogni qualvolta si parla di donne e dei loro corpi. Nella bufera delle polemiche che si sono susseguite, a finire nell' occhio del ciclone è stato il mondo delle veline e soubrette oltre al già citato premier. A quest' ultimo il mondo politico(a cominciare dal PD di quel gentiluomo zerbino di Franceschini) e la stampa, hanno contrapposto la figura dell' ormai ex moglie di Berlusconi, Veronica Lario, rivestendola di quella patina di moralità e spiritualità allo scopo di consolidare il già di per se affermato e radicato stereotipo romanzato e romantico sulla perpetua e intrinseca innocenza e "immacolatezza" della figura della donna-moglie- madre che deve far fronte-sempre stando a tale stereotipo- all' incapacità e immoralità dell' uomo-marito-padre. Tutto in perfetta sintonia con il Male-Bashing che imperversa dappertutto, in forza di ordini istituzionali. Nulla di nuovo, quindi. Peccato che invece nessuno ha ravvisato la profonda scorrettezza della signora Lario, che di fronte a problemi coniugali e intimi con il marito, anzichè esporli privatamente ad un avvocato matrimonialista, ne ha fatto, invece, un caso di dominio pubblico andando a strombazzarli e a sbandierarli su quotidiani e tv, trasformando quindi i problemi familiari in un osceno teatrino a base di pettegolezzi, gossip e colpi bassi. Quindi se Berlusconi si è comportato in modo irresponsabile-e su questo non c'è ombra di dubbio- la sua ormai ex moglie si è comportata infinitamente peggio, anche in considerazione del fatto che quest' ultima non è nuova a queste cose, ad esempio quando qualche anno fa mandò e si fece pubblicare una lettera da Repubblica in cui criticava il comportamento del marito su questioni private non certo politiche. Insomma, il vezzo ce l'ha e la voglia della propaganda mass mediatica e politica di strumentalizzare queste vicende per buttare discredito sulla figura maschile,altrettanto. Ma tant'è.
Ritornando alla questione dell' esposizione del corpo femminile, di tale problematica in questo blog ne abbiamo già ampiamente parlato e discusso. Ma sarebbe utile, fare una volta per tutte una dettagliata e precisa schematizzazione-a guisa di manuale-e che ben riassuma tutte quelle considerazioni fatte da me tempo addietro intorno alla questione dell' esposizione del corpo femminile e di un suo presunto collegamento con un altrettanto presunto maschilismo:

1)Le donne, in quanto esseri umani, sono capaci di intendere e di volere, e quindi sono assolutamente in grado di stabilire autonomamente se accettare od opporsi ad una determinata situazione. Hanno un cervello preposto a tale funzione.

2) Quindi se certe donne vanno a fare le veline o cose simili,tipo facendosi riprendere e fotografare nude o seminude, ciò è perchè, evidentemente, esse hanno deciso autonomamente di fare così, semplicemente perchè a loro piace fare così. Nessun "maschilista" o "padre-padrone" le obbliga, anzi da più parti, in ambito maschilista, la costante e dilagante esposizione del corpo femminile viene definita "cultura della troiaggine".

3)Quindi, il tanto urlato e quanto inesistente "maschilismo" non c'entra nulla con il fenomeno della "mercificazione del corpo femminile". Nessun "padre-padrone" e "patriarcale", del resto, oserebbe mai pretendere che la figlia vada a fare la velina o comunque a "smutandarsi" fuori di casa. Facciamo un esempio: se-come spesso accade- certe studentesse universitarie si fanno fotografare nude, e poi lasciano divulgare tali fotografie alla stampa, ciò non è perchè qualche docente "maschilista" ha chiesto o obbligato loro di fare così, ma, al contrario, è perchè loro, di propria iniziativa, fregandosene e facendosi beffe del buon costume e della decenza, e della contrarietà e ira dei loro genitori e fidanzati, si divertono svergognatamente ad esibire il loro corpo, magari anche con la speranza di acquisire fama, successo e denaro.La cultura patriarcale e maschilista,invece, ha da sempre promosso e auspicato un' immagine marcatamente pudica e casta della figura femminile. Al contrario del femminismo e di parte delle donne che da sempre ha e hanno rivendicato il diritto di ostentare la sessualità femminile.Quindi l'affermazione secondo cui la mercificazione del corpo femminile sia da attribuire alla presunta società "patriarcale e maschilista" è una menzogna, fra le tante.

4) A valle dei tre precedenti punti, osserviamo un' intollerabile contraddizione nelle invettive femministoidi. Infatti, se ad esempio, si fomenta e incoraggia l' esibizione del corpo femminile(come fa Berlusconi e buona parte dei maschi occidentali) si viene tacciati di "maschilismo" perchè a dire delle femministe si diffonderebbe l'immagine della "donna-oggetto" . Se al contrario, invece, ci si oppone a tale ostentazione del corpo femminile, lo stesso si viene considerati "maschilisti", perchè a dire delle stesse femministe, si opprimerebbe la libertà sessuale delle donne. Ma si può sapere, quindi, quando si ha che fare con il maschilismo?Purtroppo questa contraddizione può essere spiegata solo si tiene presente che quando la menzogna fatta dogma attraverso la manipolazione mentale, fa dire tutto e il contrario di tutto a seconda della circostanza del momento in questione e senza che nessuno tra le persone manipolate ravvisi tale mostruosa contraddizione. Questa è la sola ed unica spiegazione.

5) Quindi è proprio è soprattutto al femminismo che va addebitato il velinismo e ogni forma volgare e becera rappresentazione del corpo femminile. Il femminismo, in quanto cultura distruttiva e immorale, ha da sempre attaccato e criminalizzato i valori della sobrietà sessuale femminile, della compostezza nel modo di vestirsi, della fedeltà coniugale e quant'altro. E la tanto sbandierata e reclamata "libertà sessuale delle donne" tanto cara al femminismo, proprio in questo è consistita: opporsi ad ogni barriera morale sul sesso, sul pudore, e sulla famiglia, cioè fare "ciò che pare e piace alle donne", anche a scapito degli altri. Insomma, un concetto di libertà, nel senso "berlusconiano" della sua accezione. La logica della Jungla, quindi.

6) Appurato, quindi, nella maniera più oggettiva, di come sia proprio il femminismo la causa di tutto ciò,è facile comprendere anche il perchè di tutta questa ampia critica,da parte dei movimenti femminili, nei confronti "mercificazione del corpo femminile". Questo perchè ciò è solo un pretesto che invece cela la comprensibile invidia e risentimento di tante donne nei confronti delle veline e simili su cui milioni di occhi maschili sono gustosamente puntati. E non certo per una visione negativa di tale modo di comportarsi e vestirsi, perchè come abbiamo detto prima, sono proprio le femministe(e con loro, parte di tutte le altre donne) ad andare vestite succinte come le veline, e reclamando e rivendicando questo loro cosiddetto "diritto" contro "l'oppressione maschile". Salvo poi dare addosso un' altra volta al "maschilismo" se, invece,al contrario, questa esibizione del corpo femminile viene incoraggiata da qualche maschio.

7) L'affermazione secondo cui l'opposizione nei confronti del velinismo sia da ascrivere al fatto che con ciò le televisioni e riviste darebbero un' immagine distorta e a senso unico della donna,non è nemmeno da prendersi considerazione, perchè truffaldina e mendace. A questa misera scusa si può rispondere in questo modo: ma le femministe e tutte quelle donne che vanno vestite in modo succinto, quale immagine alternativa della donna danno rispetto a quella che ne danno le veline? L'immagine in primo piano di quel sedere di quella donna "indipendente, impegnata,coraggiosa,sorprendente,rivoluzionaria, intelligente, generosa,essenziale e indomabile" che compare in primo piano sul quotidiano femminista dell Unità, quale immagine alternativa dà rispetto a quella offerta da una carfagna qualunque o comunque da tutte quellle donne(offesa di tante donne per bene) che ottengono successo e carriera attraverso la seduzione e il ricatto sessuale? Quello delle veline non è, forse, il modo di vestirsi e di comportarsi tanto rivendicato e difeso dal femminismo, applicato al mondo dei Mass Media?
E comunque non si capisce che differenza c'è tra esibire pubblicamente agli estranei il proprio corpo nella vita di tuti i giorni, e quello invece di esibirlo attraverso televisioni e riviste: sempre, comunque, occhi maschili sono puntati su di loro, nell' uno e nell'altro caso. Quindi, la sostanza non cambia.

8) Quindi le veline e, in generale, tutte coloro che esibiscono il loro corpo in tv e riviste, non sono affatto un' offesa alle donne-come da più parti si ripete in continuazione-in quanto, al contrario, sono, invece, rappresentative di una parte consistente dell' universo femminile, così come Berlusconi con il suo gustare l'esposizione del corpo femminile è rappresentativo, purtroppo, di parte consistente del mondo maschile, purtroppo.

9) Il fatto-purtroppo vero-che alla maggior parte dei maschi piace l'esposizione del corpo femminile, non può e non deve servire come giustificazione o pretesto per tante donne di vestirsi e comportarsi in modo così scostumato e osceno. Anzi, dal momento che tanto livore antimaschile trasuda dalle parole d'ordine femministe , ciò dovrebbe costituire un incentivo a non esporre in modo così marcato le proprie grazie corporee agli occhi di quei maschi che tanto criticano e attaccano. Invece, no. Continuano imperterrite e rivendicano con rabbia il vestirsi in questo modo, e quindi si vede bene che il problema è un altro, cioè evidentemente non ne possono fare a meno, perchè è un loro modo di esprimere la propria falsa emancipazione, di ottenere complimenti e successi, di risalire posti nella società e di tenere soggiogati gli ormoni sessuali maschili. Tutto ciò si chiama sadismo, opportunismo, cinismo oltre che immoralità, scostumatezza e depravazione.

10)In conclusione, quindi, la questione del "velinismo" e della "mercificazione del corpo femminile" è un problema tutto interno al mondo femminile che, quindi, solo e soltanto le donne devono-se lo ritengono opportuno- affrontare e risolvere, e perciò è assolutamente disonesto tirare in ballo un presunto "maschilismo" della società di oggi. Le donne(e anche gli uomini) devono capire che libertà non significa fare ciò che si vuole, ma, al contrario, essere liberi di agire subordinatamente al rispetto nei confronti delle più elementari norme di convivenza civile, perchè ciò che contraddistingue e differenzia gli esseri umani dalle bestie è la Ragione, e la Ragione impone, fra le tante cose, anche di attenersi al senso della decenza e del pudore come si addice ad ogni essere umano, e perciò andare svestiti o comunque con le parti erogene ed intime scoperte o in bella vista attraverso vestiti attillati, è da bestie, e quelle donne(e uomini) che vanno vestite(e vestiti)in questo modo, semplicemente si comportano da bestie. Se, poi in barba alle leggi costituzionali e penali sul "Buon Costume", molte donne si sentono legittimate ad esibire indegnamente il loro corpo, facciano pure, però per piacere imparassero ad assumersene le responsabilità e ad accettarne le conseguenze, senza gridare contro un' inesistente "maschilismo" e di smetterla una volta per tutte di addossare continuamente la colpa agli uomini, per coprire e mascherare le proprie mancanze ed errori. Le donne sono esseri umani, e quindi,con la stessa dignità, diritti e doveri degli uomini, e non certo pupazzi o creature divine immuni da errori ed esenti da doveri. Sarebbe bene che femministe e simili se ne ricordassero sempre.

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